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Ritiene che la comunità dei cacciatori in Italia sia abbastanza unita?

Pensa che l'esame sia adatto per ottenere la licenza di caccia? Lei si è sempre trovato d'accordo con la legislazione? Precisi con cosa concorda e con cosa no.

In seguito agli attentati in Francia negli anni 2015/2016, lei ha percepito una certa pressione sul porto d'armi? 

Lei si sente giudicato dalla società in generale?

Lei caccia un tipo di animali in particolare? è contro la caccia di alcune specie? E perché?

Lei è d'accordo con le restrizioni che sono state stabilite durante i diversi lockdown legati alla crisi sanitaria nel 2020? Lei pensa che ci saranno conseguenze sull'ambiente o sulle specie in seguito a queste restrizioni?

Dominique Soret

64 anni, cacciatore in Francia da 48 anni

Da qualche anno, le federazioni dipartimentali di caccia hanno adottato un obiettivo comune: la preservazione della caccia detta “sportiva”, la quale include la preservazione e il controllo delle specie. A tale fine, dei piani di caccia sono stati stabiliti su tutto il territorio nazionale affinché possa esserci una pratica comune. Per concludere, penso che seppur la comunità dei cacciatori dimostri una volontà comune, la parola unità non sia per forza adeguata attualmente.

Il permesso di caccia si ottiene per mezzo di 2 prove. La prima, una prova teorica scritta che riguarda le normative sulle specie, le regole di sicurezza e la conoscenza della fauna. La seconda, Una prova che consiste nel saper maneggiare le armi durante l’azione di caccia, nonché una piccola prova di tiro. Nonostante i continui cambiamenti inerenti alla legislazione, penso che quest'ultima sia adeguata.

Non esiste in Francia il porto d’armi, usiamo il termine “detenzione d’armi” sia a fini sportivi (tiri) che per la caccia. Per quanto riguarda le forze dell’ordine dello stato, la detenzione d’armi è ben definita dai testi legislativi. Per i cacciatori, le armi usate sono tutte sottoposte all’obbligo di dichiarazione. La situazione politica di fronte agli attentati non ha avuto effetti.

A titolo personale e tutto intorno a me, non mi sono mai sentito particolarmente giudicato.

Attualmente, mi dedico soprattutto alla caccia degli animali detti “grossi” che riguardano cervi, caprioli, cerbiatti e cinghiali. 

Sono contro la caccia delle specie volatili (anatre, oche, piccioni, tortore) durante la loro migrazione di primavera sul nostro territorio perché vengono per riprodursi, non occorre cacciarle.

Si, sono d’accordo con le misure stabilite. Per quanto riguarda le conseguenze, nella misura in cui il lockdown è sempre di attualità, è sempre difficile contare e sapere il numero dele specie attualmente.

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