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Marteau

Leggi sulla caccia

Per quanto riguarda le legislazioni inerenti all’attività venatoria, Francia e Italia hanno dei punti in comune, come ad esempio l’idea di mantenere una certa distanza di sicurezza presso le abitazioni o ancora, smettere qualsiasi attività in caso di incontro con un passante. Però i cacciatori francesi e italiani devono anche munirsi di un permesso di caccia, di un’assicurazione per esercitare i loro passatempi e devono rispettare un calendario venatorio specifico. Ritroviamo anche delle sanzioni penali nei casi in cui non si rispettino le regole di sicurezza o direttamente le specie. 

Tuttavia, vedremo qualche differenza nella storia delle loro rispettive legislazioni.

Leggi in Francia : 

In Francia, sin dalla Rivoluzione francese, il diritto venatorio è legato al diritto di proprietà. Con certe condizioni, i proprietari hanno il diritto di cacciare sui loro territori o dare la possibilità di cacciare a terzi. La caccia su un terreno senza il consenso del proprietario porta a una multa di 1500€. 


Legge di Verdeille (10 luglio 1964) : Questa legge ha permesso la creazione delle ACCA e delle AICCA che sono rispettivamente le Associazioni Comunali di Caccia Abilitati e le Associazioni Intercomunali di Caccia Abilitati. Tuttavia, rimangono obbligatorie per 29 dipartimenti e facoltative per i restanti. Questa legge include: garantire lo sviluppo della selvaggina, distruggere gli animali nocivi, la repressione del bracconaggio e l’educazione venatoria dei loro membri. Sostiene anche il fatto che la caccia sia un’attività accessibile a tutti. 


La legge del 2012 : Questa legge riesamina il diritto di caccia e affida un ruolo ai cacciatori nella gestione della biodiversità. Chiede anche alle federazioni dipartimentali dei cacciatori di educare e informare in termini di sviluppo sostenibile e di preservazione della fauna selvaggia e delle sue abitazioni. A partire da questa legge, i prefetti possono imporre ai proprietari di un territorio, un prelievo di un certo numero di animali. Inoltre, ha permesso di incrementare l'indennizzo per gli agricoltori vittime di danni a causa della selvaggina. 


La legge del 24 luglio 2019 : Questa legge ha permesso la creazione dell’Ufficio francese della biodiversità. Quest’ultimo, ha il compito di sorvegliare i territori, di organizzare gli studi e le ricerche sulla fauna selvatica, di appoggiare alle pianificazione del territorio, di partecipare all’evoluzione della caccia secondo i principi dello sviluppo sostenibile, oltre ad occuparsi dell’organizzazione dell’esame e il rilascio del permesso di caccia. 


Dove cacciare? Le leggi francesi autorizzano la caccia su qualsiasi territorio pubblico. Tuttavia, lo Stato può imporre la creazione di un’ ACCA su ogni territorio (oggi presenti in 29 dipartimenti).

Leggi in Italia :

Bisogna sapere che in Italia, nel 1990, venne proposto un referendum inerente all’abolizione o meno della caccia su tutto il territorio italiano. Quest’ultimo venne poi annullato per mancanza di quorum, ma ci dimostra una delle grandi differenze sulla visione della caccia in entrambi i paesi. La Francia vede ancora la caccia come parte integrante del patrimonio e non sarebbe disposta a fare un referendum per quanto riguarda l’attività venatoria. 

Per questo motivo due anni dopo, viene varata una nuova legge :   

In Italia, la caccia è principalmente organizzata grazie alla legge dell’11 febbraio 1992 n°157, la quale ha permesso di elaborare delle regole per quanto riguarda la protezione della fauna, oltre a fissarne alcune generali sull’attività venatoria. 

Con questa legge, viene promossa una programmazione precisa della caccia, secondo la quale le regioni hanno il dovere di far coincidere le attività di conservazione della fauna con la regolamentazione della caccia. In questa pianificazione, tra il 20 e il 30% del territorio deve essere destinato per la protezione della fauna. 

Inoltre, grazie a questa legge, viene introdotta una novità : i territori destinati alla caccia vengono suddivisi in Ambiti Territoriali della Caccia (ATC). Sono porzioni di territori che sono legati ai cacciatori.


In Italia, le regioni giocano un ruolo molto importante e ogni cinque anni devono stabilire un piano faunistico-venatorio. I piani definiscono : 

  • come viene utilizzato un territorio agro-silvo-pastorale per ogni provincia e lo spazio riservato alla protezione della fauna 

  • l’individuazione delle specie e quelle che necessitano una tutela particolare 

  • le linee guida di indennizzo per gli agricoltori

  • i criteri per delimitare le zone in cui è vietata la caccia 

Invece le province sono responsabili delle sanzioni penali. 

 

In tutta l’Italia, i cacciatori hanno il diritto di cacciare 55 giornate a stagione e 3 giorni alla settimana escludendo il martedì e il venerdì che sono giorni di silenzio venatorio. In Francia, il silenzio venatorio si applica solo per la selvaggina sedentaria però si può cacciare qualche specia. 

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